Gita ad Alghero, lungo la costa di Bosa

06.08.2010 13:08

Per chi non sia passato da Alghero per arrivare in Planargia e non abbia già percorso l'Alghero-Bosa, ossia la strada provinciale 105, senza dubbio vale la pena prendere la macchina o, ancor meglio, la moto, e avventurarsi in una gita lungo la strada costiera che da Bosa porta nel territorio sassarese.

 

Sono ben 40 km di curve a picco sul mare da affrontare, ragione per cui la strada è molto amata da motociclisti e centauri che si danno spesso appuntamento per i loro raduni, ed il nostro consiglio è quello di mettersi in viaggio di giorno anche perché i panorami sono mozzafiato ed è un peccato non poterne godere la vista con il buio della notte.

Nonostante le curve, la strada è abbastanza ampia e poco trafficata anche d'estate, e lungo il tragitto, sono previste numerose aree di sosta da dove poter ammirare il paesaggio.

L'unico monito ai viaggiatori, che siano automobilisti o motociclisti, è quello di stare attenti, soprattutto in prossimità delle curve, ai numerosi animali d'allevamento, tra mucche, capre, pecore e quant'altro, che pascolano liberi lungo le valli ai margini della strada invadendo, a volte, le carreggiate.

Se sarete fortunati, verso la metà del tragitto, potrete ammirare i grifoni volteggiare maestosi sopra le vostre teste dominando le montagne e sorvolando le baie e la vasta marina.

Abbassando i finestrini, in primavera, sarete inebriati dal profumo delle ginestre che colorano di giallo i versanti dei monti sostituite, verso giugno, dai cardi selvatici.

D'estate, invece, i monti diventano brulli per l'arsura della stagione che avanza e, il contrasto con l'azzurro del mare e del cielo, insieme al canto delle cicale lungo la via, a volte accompagnato da qualche folata di vento più fresco, lascia godere a pieno il piacere di una giornata estiva.

Arrivati quasi in prossimità di Alghero, al confine ultimo del territorio di Villanova Monteleone, si trova la bellissima insenatura di Poglina dove, l'eventualità di un bagno ristoratore - o all'andata o al ritorno - nelle acque chiare che si frangono lungo l'arenile sabbioso, è certamente un'opportunità da tenere ben presente.

Ancora pochi chilometri di strada e vi si parerà di fronte la bella cittadina catalana.

Protesa sul mare e protetta dagli antichi bastioni, Alghero - anche conosciuta come Barceloneta, piccola Barcellona - porta ancor oggi le tracce della dominazione spagnola che ne ha segnato profondamente l'identità, architettonica, culturale e linguistica.

Ad Alghero si parla, infatti, ancor oggi, oltre all'italiano, una variante linguistica di matrice catalana, e la cosiddetta Riviera del Corallo, è anche l'unica città dell'isola dove non si parla il sardo vero e proprio.

Visitare Alghero significa soprattutto visitarne i bastioni e la passeggiata sul mare, insieme al centro storico che si snoda lungo il corso principale dove si incontrano le antiche chiese di San Francesco (XIV sec.) e San Michele (XVI sec.) mentre più in basso si affaccia la cattedrale di Santa Maria del XVI secolo.

Le vie che intersecano il corso sono anch'esse dense di storia e di fascino, ricche di scorci suggestivi e di negozietti e botteghe artigiane.

Per chi voglia allontanarsi un po' dal centro di Alghero per visitarne anche i dintorni si segnala, insieme alla visita alla necropoli ipogeica di Anghelu Ruju - una delle più vaste della Sardegna - e quella al nuraghe Palmavera, di tipologia complessa, l'escursione alle Grotte di Nettuno.

 

Le Grotte sono delle formazioni carsiche in cui si insinua il mare, visitabili avventurandosi con mezzi propri fino a Capo Caccia, una lingua di terra protesa nel mare, per poi sfidare la propria resistenza fisica scendendo 654 grandini delle Scale del Capriolo da dover poi salire al ritorno; oppure più comodamente in barca a mezzo delle escursioni programmate dai battelli che partono dal molo del Lungomare Barcellona nel lato più vicino ai bastioni antichi della città.

Data la particolare collocazione dell'apertura d'accesso alle Grotte, l'ingresso a tali cavità è possibile solo se le condizioni meteo-marine lo permettono.

Per rientrare a Bosa, se volete ammirare paesaggi diversi, potete scegliere di non sperimentare una strada diversa inerpicandovi sulle montagne di Villanova Monteleone per poi scendere da Montresta percorrendo parte dell'entroterra senza la vista del mare.

Il viaggio è un po' più lungo e dovrete prestare maggiore attenzione alle indicazioni perché il percorso non è univoco come quello della SP105, ma gli scorci di montagna sapranno ripagare la fatica.