In gita al Parco del Monte Arci
Il Monte Arci si raggiunge facilmente da Bosa grazie alla vicinanza della SS131 che ne costeggia il lato ovest ed è una delle meraviglie della Sardegna che merita di essere conosciuta e visitata.
Il Parco Monte Arci coinvolge ben undici paesi della provincia di Oristano, Ales, Marrubiu, Masullas, Morgongiori, Palmas, Arborea, Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Villaurbana e Villa Verde e si estende su una superficie totale di ben 13.560 ettari, ricadenti quasi per intero sul massiccio del Monte Arci.
L'altura del Monte Arci, in una descrizione poetica è stata definita come un "monte di pietra, di verde, di acqua nato dal fuoco di milioni di anni fa che affida a suggestivi monumenti naturali il ricordo delle sue origini".
Questo gigante verde si trova al limite nord-orientale della fossa tettonica del Campidano mentre, invece, il parco che gli è sorto attorno si estende tra i centri abitati di Villaurbana a nord, ales ad est, Marrubiu a sud e, per l'appunto, la 131 ad ovest.
All'interno del parco Monte Arci esiste un filo conduttore che lega i territori degli undici paesi e si tratta di un filo che si perde nella più remota antichità. Si tratta dell'ossidiana, l'"aurum nigrum", l'oro nero dell'antichità che ha permesso a questo territorio di avere un contatto frequente con popolazioni e genti provenienti anche fuori dalla Sardegna.
All'interno del parco Monte Arci esiste un filo conduttore che lega i territori degli undici paesi e si tratta di un filo che si perde nella più remota antichità. Si tratta dell'ossidiana, l'"aurum nigrum", l'oro nero dell'antichità che ha permesso a questo territorio di avere un contatto frequente con popolazioni e genti provenienti anche fuori dalla Sardegna.
Molti stranieri, infatti, si recavano nelle varie stazioni del Monte Arci per procurarsi questo prezioso vetro vulcanico che, con laboriosità e specifica manualità veniva trasformato, nella notte del tempi, in lame taglienti, punte per lance e frecce, asce, pugnali e altri oggetti comuni dell'età preistorica.
Oggi questo materiale è protetto e può essere raccolto solo da chi ha i permessi regionali, mentre il suo uso viene impiegato per arricchire i gioielli sardi oppure per la realizzazione di oggetti o piccole statue di gran pregio.
Lo stesso paesaggio risente della presenza dell'ossidiana; come vulcano, il Monte Arci esercità la sua attività eruttiva dall'inizio dell'Oligocene fino al Quaternario Antico, per un periodo durato circa 35 milioni di anni, definendo man mano il suo maestoso aspetto: ripidi tornanti, contrafforti, bastioni rocciosi, torrioni di origine vulcanica come Sa Trebina Longa e Sa Trebina Lada, nel territorio di Morgongiori dove, a 812 metri, il Monte Arci raggiunge la sua massima altezza.
Si alterna a tutto questo l'aspetto collinare con la presenza di distese di colline separate da strette vallate, dove scorrono copiosi corsi d'acqua, con lunghi tratti di natura lussureggiante e incontaminata.
Un'alternanza di colori, dunque, domina tutto il territorio del Parco del Monte Arci: dal nero dell'ossidiana, al verde sgargiante della sua vegetazione mediterranea, al giallo-oro delle colline dove un tempo si aveva una delle produzioni agricole più floride di tutta l'isola, all'azzurro dei copiosi corsi d'acqua e fresche sorgenti.
Ma l'azzurro lo troviamo anche laddove, spostandoci per un attimo dalla zona più montana, incontriamo i territori di Santa Giusta e Palmas Arborea: ad arricchire il territorio ci sono, infatti, anche gli stagni dei due paesi, quello di Santa Giusta e quello di Pauli Majori a Palmas Arborea.
Un viaggio nel parco è un viaggio nelle origini vulcaniche dell'isola e nella biodiversità del suo territorio.